
Tutta la “gratia” di un grappolo d’uva
di Massimiliano DS Ti piace questa Storia? Dalle un cuore!Terre di Gratia è il sogno realizzato di Gaspare e Rosario Triolo, quinta generazione di produttori viticoli e olivicoli di Camporeale, in provincia di Palermo, nel cuore della Sicilia occidentale.
Nel 2005 i due fratelli raccolgono l’eredità di nonna Grazia e ne valorizzano la bellezza, l’eleganza e l’equilibrio delle sue terre e dei suoi frutti. Quella Gratia, alla latina, che ispira il brand.
Rispetto della tradizione, sostenibilità ambientale e innovazione: sono questi i principali valori alla base della produzione dei vini DOC Sicilia e degli oli extra vergine di oliva, prodotti da agricoltura biologica, utilizzando energie rinnovabili e confezioni a basso impatto ambientale.
Mi sono fatto la mia classica “Chiacchierata” anche con loro.
Quali sono i valori che ogni giorno portate avanti nella vostra Azienda e come li traducete
nei vostri prodotti?
Il nome Terre di Gratia nasce come omaggio a nostra nonna Grazia, dalla quale abbiamo sì ereditato l’azienda agricola, ma anche la sua idea di eleganza, equilibrio e benevolenza: quella “gratia” latina che è diventata la mission aziendale. I nostri prodotti si distinguono infatti per la veste sobria ed elegante e per il gusto raffinato ed equilibrato, ma grande attenzione è riservata anche alla sostenibilità: ambientale, con le coltivazioni bio e la trasformazione mediante energie rinnovabili, e sociale, attraverso i progetti di solidarietà al femminile che ruotano attorno alla Vendemmia in Rosa. Il nostro modo per ringraziare chi ha permesso tutto questo: una (grande) donna!
Qual è il momento più bello del vostro lavoro, quel qualcosa che vi motiva a farlo ogni giorno?
Ce ne sono diversi, in realtà e per fortuna: l’alba in vigna, il silenzio che precede l’inizio della giornata di lavoro, quando ancora la fatica non ha offuscato la mente e si può godere appieno della bellezza del nostro territorio, è certamente uno di questi; gli assaggi in cantina, sentire evolvere il frutto delle proprie idee e del proprio lavoro, settimana dopo settimana; ma anche la telefonata di un cliente, ristoratore, la domenica ad ora di pranzo, perchè sta bevendo il tuo vino e ha il piacere di farti sapere quanto gli piaccia. Così, senza altri fini. E non è solo l’orgoglio di aver lavorato bene, ma anche di aver instaurato rapporti umani tali da poter ricevere una chiamata che va oltre il normale rapporto lavorativo!
Con quali aspettative vi piacerebbe che un Gastronauta venga a far visita alla vostra Azienda?
Con la voglia di scoprire la differenza tra un vino e quel vino, tra un olio e quell’olio.
Viviamo in un mondo in cui lo stesso prodotto è declinato in molteplici varianti e prezzi e districarsi non è semplice, richiede innanzitutto conoscenza: ecco, noi vorremmo che chi viene a trovarci abbia la curiosità di conoscere noi, cosa facciamo e soprattutto come lo facciamo, per poter distinguere e quindi scegliere con consapevolezza.
Ci raccontate un aneddoto sull’Azienda? Tipo: una richiesta impossibile, un cliente inaspettato, un evento che tra di voi spesso ricordate con un sorriso…
Beh, durante le fiere e le degustazioni, soprattutto quando l’alcool comincia a circolare, se ne sentono di tutti i colori… una volta un signore distinto mi ha chiesto di assaggiare il grillo, ma “quello rosso”, giurando di averlo già provato in precedenza: ho impiegato diversi minuti a convincerlo che non esiste!
Qual è il prodotto più richiesto dai Clienti?
Negli ultimi anni, probabilmente anche grazie al fenomeno Prosecco, la richiesta di spumanti è cresciuta incredibilmente. E, soprattutto, continua a crescere a due cifre! Noi non abbiamo una lunga tradizione spumantistica, al momento produciamo solo il Perle di Grazia, spumante brut metodo Martinotti (o Charmat) da uve di Catarratto e devo dire, però, che la richiesta segue la tendenza. Infatti, abbiamo in programma di allargare la famiglia con altri vini mossi, ma al momento non posso dirti di più…
E il prodotto a cui voi siete più affezionati e perché?
Senza dubbio il 170, il nostro Perricone rosso, che prende il nome dall’unica particella su cui sono coltivate le uve di Perricone. Sia chiaro, mettiamo lo stesso impegno e lo stesso amore in tutti i nostri prodotti, ma il 170 ha segnato una svolta importante per Terre di Gratia. Abbiamo iniziato ad imbottigliare nel 2006, infatti, prima il don Sasà Nero d’Avola e poi Syrah e Grillo, ma è stato con l’impianto di Perricone nel 2007, imbottigliato per la prima volta solo nel 2015, che è cambiato tutto: abbiamo capito che Perricone e Catarratto sono i due vitigni che meglio si esprimono nella nostra azienda, essendo autoctoni della Sicilia occidentale, e su di loro si può investire tempo, professionalità e ricerca per migliorare il risultato anno dopo anno. Tanto è vero che, oggi, con queste due varietà, produciamo ben cinque vini (e dal prossimo anno ancora di più…)!

In un mondo che cambia sempre più velocemente, come vedete il vostro settore in futuro?
Questa è una bella domanda: nessuno di noi è più come nel 2019, ma, anche se sembra
assurdo, il Covid non rappresenta un cambiamento così epocale, perchè fondamentalmente limitato alla logistica e comunque (ci auguriamo tutti) finirà. Ben più subdola, invece, è la rivoluzione che vede anche il vino slegarsi dalla tradizione-a-tutti-i-costi e diventare oggetto di moda, di tendenza, promosso da testimonial del momento e influencer, spesso palesemente ignoranti in materia ma capaci di decretare il successo o meno di un prodotto: il vino, però, non è abbigliamento o telefonia e non si può variare altrettanto velocemente la produzione. Il rischio, dunque, è che si facciano investimenti importanti per seguire le tendenze e che queste si dirigano altrove prima che quegli investimenti possano essere quantomeno ammortizzati… Una sfida produttiva più interessante e coi piedi per terra, per il prossimo futuro, invece, è il vino senza alcool, purchè, naturalmente, si riesca a farlo buono quanto quello tradizionale!
Infine il territorio… A chi si trova a passare nella vostra zona, cosa consigliate di visitare, vedere o comunque non perdersi?
Camporeale si trova in una posizione strategica, al centro della Sicilia occidentale e quindi a breve distanza da molte località interessanti, sia dal punto di vista culturale (penso al tempio di Segesta o agli scavi di Jetas sul Monte Jato), paesaggistico (come il Cretto di Burri a Gibellina, una delle opere di land art più imponenti al mondo, o la valle del fiume Belìce, con il suo ponte saraceno) ed enogastronomico: a Camporeale, infatti, si incontrano le DOC Alcamo e Monreale, ci sono diverse aziende vitivinicole, oleifici, caseifici, pastifici e salumifici. Unica pecca: la viabilità piuttosto malmessa, quindi occhio a fidarsi del navigatore! Ci siamo però noi a consigliarvi: soggiornando al nostro B&B vi daremo tutti i suggerimenti per itinerari in piena sicurezza.
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